Orange Fiber tessuti dagli scarti di arance e limoni, la startup green premiata dall’Onu.
Tessuti dagli scarti di arance e limoni: Orange Fiber è stata dichiarata l’ impresa più ecosostenibile. «Sul mercato a settembre. A Caltagirone all’interno di un impianto di spremitura il primo sito produttivo»
Le due fondatrici di Orange Fiber, sono Adriana Santonocito ed Enrica Arena. La startup è nata intorno a un processo brevettato per creare un tessuto dagli scarti di arance e limoni. Un’azione di recupero che mira a valorizzare le centinaia di migliaia di tonnellate di sottoprodotto che l’industria di trasformazione agricola italiana produce ogni anno. Enrica Arena e Adriana Santanocito si sono aggiudicate sia il premio popolare che quello della giuria di Ideas 4 Change Award, la prima competizione per startup organizzata dall’UNECE (United Nations Economic Commission for Europe).
Ma Orange Fiber, non è stata l’unica azienda italiana alla finale del premio: tra le cinque finaliste, selezionate tra 150 imprese, c’era anche Jellyfish Barge, la serra galleggiante ecosostenibile progettata da Pnat, spin-off dell’Università di Firenze.
Sul mercato a settembre
Dopo lo sviluppo dell’idea, nel 2012, le due imprenditrici siciliane hanno cominciato subito a sottoporla alle concorrenze. Creato il primo prototipo di tessuto. Cercano fondi per avviare la commercializzazione ed essere sul mercato a settembre. Ciò non significa, naturalmente, che il prodotto arriverà al consumatore per tale data, poiché il tessuto è venduto ai marchi di abbigliamento. Le due creatrici hanno creato una linea di produzione per il processo all’interno di un impianto di spremitura agrumicola vicino a Caltagirone, in provincia di Catania. È stato possibile grazie ad un bando del ministero dello Sviluppo economico. Enrica e Adriana, che si dividono tra la Sicilia, Milano e Rovereto, vedono i punti di forza di Orange Fiber nel «guardare in un altro modo a un sottoprodotto e nell’unione di alta tecnologia e tradizione tessile del made in Italy».
L’innovazione che caratterizza il processo è, paradossalmente, il principale collo di bottiglia: è un tipo di processo industriale mai sperimentato in precedenza, quindi non esistono macchine industriali per metterlo in atto. SI riadattano macchine già esistenti e se ne fanno di nuove. Questo richiede tempo e denaro ma l’obiettivo finale è quello di creare un impianto ad hoc per Orange Fiber.
Il giudice sarà il mercato.
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